Digestione e assorbimento dei lipidi! Il mito della carnitina per dimagrire più in fretta! - Edoardo Mazzocchi Biologo Nutrizionista

Digestione e assorbimento dei lipidi! Il mito della carnitina per dimagrire più in fretta!

27 Gen , 2022 - Biochimica e Fisiologia, Nutrizione

Digestione e assorbimento dei lipidi!  Il mito della carnitina per dimagrire più in fretta!

La digestione dei lipidi (trigliceridi) inizia con le lipasi salivare e gastrica. Al passaggio del contenuto gastrico nel piccolo intestino, avviene poi il riversamento dei succhi biliari, responsabili di un certo grado di emulsione, indispensabile al successivo intervento delle lipasi pancreatiche. 

Il nostro corpo può digerire la maggior parte dei nutrienti semplicemente secernendo il giusto enzima digestivo. Così come esistono proteasi per la digestione delle proteine e amilasi per la digestione degli amidi, esistono anche le lipasi per la digestione dei grassi. 

Tuttavia, mentre carboidrati e proteine si sciolgono facilmente nei liquidi digestivi, i lipidi non solo risultano insolubili, ma tendono ad unirsi insieme formando grossi agglomerati. In questo modo viene fortemente limitata l’azione digestiva delle lipasi.

Per poter essere digeriti ed assorbiti i grassi devono quindi essere trasformati in aggregati solubili in acqua. Questo processo, chiamato emulsionamento, avviene per opera della bile, una sostanza prodotta dal fegato e riversata nel duodeno dalla cistifellea.

Dopo aver subìto il processo di emulsione i lipidi vengono aggrediti da specifici enzimi prodotti dal pancreas (lipasi, fosfolipasi e colesterolo esterasi) che separano il glicerolo dagli acidi grassi.

Gli acidi grassi a corta e media catena (10-12 atomi di carbonio) vengono assorbiti direttamente nell’intestino tenue e giungono al fegato dove vengono rapidamente metabolizzati. 

Gli acidi grassi a lunga catena vengono assorbiti dagli enterociti (le cellule dell’intestino) e riesterificati a trigliceridi. Vengono poi associati al colesterolo dando luogo a particolari lipoproteine chiamate chilomicroni. 

I chilomicroni vengono riversati in circolo e raggiungono i tessuti periferici che trattengono solamente acidi grassi e glicerolo.

Il glicerolo e gli acidi grassi liberi possono essere utilizzati come combustibile per produrre energia, depositati come riserve lipidiche nel tessuto adiposo ed essere utilizzati come precursori per la sintesi di fosfolipidi e altre classi di molecole.

I chilomicroni residui, poveri di trigliceridi e ricchissimi di colesterolo vengono captati ed incorporati dal fegato che metabolizza il colesterolo residuo e utilizza i pochi trigliceridi rimasti per i processi metabolici.

Fingiamo quindi che gli AG siano già stati “scaricati” dalle albumine e dalle lipoproteine all’interno del citoplasma cellulare. Cosa succede?

Fig. 1 Digestione e assorbimento dei lipidi

Inizio del metabolismo energetico degli acidi grassi

Siamo quindi giunti al citosol delle cellule bersaglio, dove gli AG vengono convertiti in acili (o attivati) grazie all’unione con un coenzima A , ad opera di un enzima detto Acil-CoA Sintetasi. Il risultato è l’Acil-CoA. (Teniamolo a mente)

Fig. 2 Conversione di un acido grasso in Acil-CoA

L’Acil-CoA viene poi trasportato all’interno del mitocondrio grazie a due enzimi: Carnitina Acil Transferasi I (CAT I) e la Carnitina Acil Transferarsi II (CAT II) – il primo sulla membrana mitocondriale esterna e il secondo in quella interna.

( NB: Questo trasportatore è importante per capire il perchè quando stiamo facendo un’attività aerobica intensa il corpo preferisce utilizzare glucosio anziché grasso! Lo vedremo nell’articolo sui metabolismi energetici ed è spiegato meglio nell’area riservata! )

Fig. 3 Trasferimento dell’Acil CoA attraverso la matrice mitocondriale

Il canale che vedete in figura 3, permette il passaggio di una molecola di Acil-carnitina solo se una molecola di Carnitina passa all’esterno : questa è la navetta della carnitina , il passaggio è possibile solo così.

A questo punto l’acido grasso con il suo trasportatore può dirigersi verso la β-ossidazione per la produzione di energia. 

Per questo motivo la carnitina viene spesso utilizzata o venduta come integratore brucia grassi. Ma siamo sicuri che aumentando la quantità di carnitina aumenti il consumo di grassi?

Purtroppo se fosse cosi facile saremmo tutti magrissimi! La capacità del mitocondrio di bruciare più grassi non dipende da quanti acidi grassi la carnitina riesce a trasportare al suo interno ma da altri fattori, primo fra tutti il bilancio energetico che poi condiziona tutto il resto. Il primo effetto di un bilancio energetico positivo, cioè quando mangiamo più kcal rispetto a quelle che consumiamo, è che il fegato inizia la liposintesi, producendo acidi grassi e trigliceridi a partire dal glucosio in eccesso. Tutto questo porta all’inibizione della carnitina aciltransferasi 1, impedendo così l’ingresso di acidi grassi nella matrice mitocondriale per la β ossidazione!

Quindi anche se inizialmente può sembrare che usare carnitina velocizzi l’utilizzo di grassi, questa non è efficace come brucia-grassi!! Creare un deficit calorico funziona, ma ovviamente più difficile e impegnativo rispetto a prendere una pastiglia! 😉

Acidi grassi e sport

Cerchiamo ora di capire quanto gli acidi grassi siano importanti nella dieta dello sportivo. 

Trattandosi di un substrato energetico utilizzabile solo in presenza di ossigeno, gli acidi grassi si rivelano utili soprattutto nelle attività di resistenza aerobica di fondo a bassa intensità.

Ciò nonostante, nelle gare di endurance il fattore limitante rimane il glicogeno muscolare. Terminato quello, i soli grassi non permettono di lavorare allo stesso regime e impongono una riduzione dell’intensità. Abbiamo visto che innescare la β-ossidazione è un processo ancora più lento: gli acidi grassi derivano , infatti, dalla scissione nel tessuto adiposo dei trigliceridi, poi devono fluire nel sangue, essere captati dalla cellula bersaglio e dev’essere attivata la  β-ossidazione.. tutto troppo lento quando stiamo facendo esercizi ad intensità medio-intense.

Tant’è vero che la maggior parte dei maratoneti non “salta” a causa della produzione eccessiva di acido lattico, o per l’eccessivo impegno cardio-vascolare e polmonare, bensì per lo svuotamento delle scorte muscolari di glucosio.

È per questo che il ritmo delle lunghissime distanze va stimato accuratamente proprio in base alla miscela di nutrienti ossidati che variano in base a tantissime variabili ma principalmente dall’intensità dell’esercizio.

Più grassi si usano, maggiore è l’autonomia ma minore è la potenza espressa! Di questo però ne parleremo nell’articolo sui metabolismi energetici!

Ciao!

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